La felicità delle lettere

 

Itinerari turistico-culturali in Gioiosa Jonica e suo territorio

di Marilisa Morrone

 

Il territorio comunale di Gioiosa Jonica, esteso per 37 km2 , per la sua collocazione geo-topografica e grazie alle tracce di un passato illustre e prospero, offre molteplici possibilità di itinerari turistici, da quelli culturali ai percorsi naturali e paesaggistici. Il centro abitato sorge a circa 5 km dalla costa, nella bassa valle e lungo la sponda orientale della fiumara Gallizzi, affluente di sinistra del fiume Torbido. Oggi l'abitato si estende fino a questo fiume, costeggiandolo quasi fino alla foce, senza soluzione di continuità con l'abitato di Marina di Gioiosa Jonica. L'estensione odierna dell'abitato è generata dal primitivo insediamento dominato dal Castello, situato su un'alta rupe (m. 177 s.l.m.) che costeggia il Gallizzi a strapiombo, ed è più degradante, invece, verso Est. Il contesto ambientale è, dunque, alquanto ameno e suggestivo: al visitatore che arriva dal mare il centro si presenta come una gigantesca "ipsilon", che ha i due vertici superiori nella rupe del centro storico culminante con il castello, ad Ovest, e nella collinetta su cui sorge la chiesa di S. Rocco, ad Est; da queste due direttrici principali, lungo le quali si addensano i maggiori monumenti visitabili, l'abitato declina verso valle fino a ricongiungere i due bracci in uno, lunghissimo, che giunge al Torbido.

Panorama dell'abitato da monte verso il fiume Torbido

Tutto l'abitato è scenograficamente circondato da quinte di alti monti boscosi, estreme propaggini del massiccio delle Serre, in grande estensione facenti parte del territorio comunale di Gioiosa. Il territorio di Gioiosa è stato intensamente frequentato fin dall'età classica, ma la nascita dell'insediamento stabile rappresentato dal castello prima, dall'abitato poi, sono da ascrivere al XIII e al XIV secolo. Tuttavia anche le epoche precedenti hanno lasciato tracce considerevoli, capaci di attrarre da sole imponenti flussi turistici: si tratta delle tracce di un abitato greco arcaico, di monumentali resti di una villa romana con alcuni edifici conservati integralmente (sita alla periferia del paese), di resti di chiesette e monasteri bizantini. Con riguardo alla collocazione topografica, si possono tracciare alcuni itinerari di visita che comprendano sia emergenze monumentali, sia bellezze naturalistiche, nella città e nel territorio.

 

I ITINERARIO: Fiume Torbido - Chiesa dell'Annunziata -Villa romana del Naniglio - Fiume Gallizzi - Acquedotto quattrocentesco - Fontana e antica strada acciottolata della Madonna del Carmine - Porta Falsa - Centro storico - Castello - Chiesa Matrice - Porta Barletta - Via Montesanto - Via Cairoli - Vie Settembrini/Belcastro - Chiesa di San Rocco - Palazzo Amaduri (Mostra sul Naniglio e Pinacoteca comunale) - Via Amaduri - Via Cavour - Piazza Plebiscito.

L'itinerario comprende la visita a tutte le emergenze monumentali comprese nello spazio urbano; si parte dallo svincolo della S.G.C. Jonio-Tirreno, in località Ponzo, in antico anche Passo de lo Guercio, sul fiume Torbido, per raggiungere subito la zona archeologica del Naniglio. Si tratta di una vasta area occupata da varie emergenze monumentali di età Romana (I-V sec. d. C.), oggetto di varie campagne di scavo negli anni '80 ; sono visitabili : 1) una monumentale cisterna ipogeica costituita da tre navate scandite da pilastri da cui si genera la copertura con volte a crociera ; nella parte anteriore si trova il vestibolo, fuori terra, diviso in due vani e con un'edicola in laterizio, dall'elegante prospetto architettonico, ricavata nel muro laterale; il vano ipogeico è raggiungibile tramite una scala a chiocciola coperta, situata accanto al vestibolo anteriore, e che si eleva per più di un metro sul tetto della struttura assumendo l'aspetto di una singolare torretta in opus mixtum; 2) poco più ad Est il complesso delle Terme, con i muri conservati in elevato fino alle volte a crociera. Gli scavi hanno anche portato alla luce vari ambienti della villa, alcuni pertinenti alla residenza del dominus, con splendidi pavimenti a mosaico, altri pertinenti agli impianti di trasformazione dei prodotti agricoli del latifondo controllato dalla villa stessa; purtroppo questi ambienti sono stati ricoperti per ragioni di conservazione, poiché mancano assolutamente i mezzi finanziari per realizzare le giuste strutture che ne consentano una adeguata quanto sicura fruibilità. L'area archeologica del Naniglio è senza dubbio una delle più importanti testimonianze dell'Età Romana in Calabria, nota in tutto il mondo scientifico per l'eccezionale cisterna, tuttora conservata in modo leggibile e fruibile anche dal grande pubblico; la villa, inoltre, rappresenta una testimonianza fra le più significative dello sfruttamento e della gestione del territorio agricolo in età imperiale. Nell'area archeologica, e strettamente connessa ad essa, sorge la chiesa dell'Annunziata, di origine medievale e quasi certamente costruita sui ruderi di qualche edificio della villa romana. Da quest'area, situata nella parte bassa del paese, in prossimità dei Giardini di Gioiosa, l'itinerario sale fino alla fiumara Gallizzi e alla rupe del centro storico; dopo aver costeggiato dal basso l'alta parete rocciosa con i palazzi a strapiombo sul fiume, si visitano i ruderi dell'acquedotto quattrocentesco, con gli archi ogivali, quindi si sale verso il centro storico attraverso l'antica strada acciottolata detta della Madonna del Carmine; alla sommità, la Porta Falsa immette nell'antica cinta muraria (XV sec.) ove è racchiuso il borgo medievale.Borgo medievale, lato Est: in primo piano la cinta muraria Qui si possono visitare le strette viuzze e scalinate su cui si affacciano i più antichi palazzi (Zarzaca, Ripolo, Barletta, Deodino, Mazza) e case, fino a giungere alla piazzaforte del Castello. Attualmente, si intende come "Castello" il complesso architettonico comprendente la fortezza medievale ed un palazzo signorile ad essa attiguo che, a partire dalla prima metà del '600, fu adibito a dimora del feudatario. La fortezza presenta una pianta trapezoidale con due torri circolari alle estremità della base maggiore (lato sud); due grandi muraglie difensive la caratterizzano sui lati sud e est, ovvero sulla parte rivolta verso il borgo, meno munita naturalmente e più vulnerabile da eventuali assalti; i lati nord e ovest sono allineati con l'alta parete rocciosa a strapiombo sul fiume, inaccessibile. Le strutture più antiche, prima fra tutte la torre di sud-ovest, sembrano riferirsi almeno al XIII sec.; questa datazione è confermata anche dai dati storici. Infatti, il primo documento sicuramente attestante il castello risale al 1459, ma il castello a quell'epoca era già un edificio compiuto e pienamente in vita, soggetto alla magistratura della Castellania; inoltre si hanno notizie certe dell'esistenza di un feudo gioiosano già dai secc. XII e XIII dato che concorda con le emergenze architettoniche descritte. La torre sud-est, insieme alla muraglia est è il risultato di un rifacimento attuato probabilmente tra il XVI e XVII secolo; caratteristiche bocche da fuoco con l'apertura per i cannoni si allineano lungo tutta la muraglia. All'interno del perimetro difensivo si trovano i ruderi delle stanze di residenza, di scalinate, di ambienti sotterranei ancora inesplorati; l'ingresso è posto sul lato sud, al piano superiore, poiché un tempo era raggiungibile da un ponte levatoio oggi costruito in muratura; lo stesso ponte collega i ruderi della fortezza al palazzo baronale, severo esempio di architettura tardo-medievale rimaneggiato nel XVII sec. Pianta del borgo medievale muratoDal Castello si scende al largo della Chiesa Matrice, costruita sulla sommità delle mura; qui una balconata consente di godere di un bellissimo panorama sulla città, sulle vallate del Gallizzi e del Torbido, quindi sul mare Jonio. Appoggiata sulle mura, quasi al centro del borgo medievale, sorge imponente la Chiesa Matrice dedicata a S. Giovanni Battista. L'edificio a cinque navate, di epoca quattrocentesca, è stato sottoposto, nel corso dei secoli, a ripetuti restauri ( il più radicale nel XVIII sec.), per cui oggi si presenta in una versione decisamente rimaneggiata. Tuttavia si possono ancora ammirare i begli altari settecenteschi in tarsie marmoree policrome. Attraverso una ripida scalinata si giunge al sito dove sorgeva la Porta di Mezzo o Barletta, posta tra due palazzi appartenenti a questa antica famiglia; quindi si gira intorno alle mura per imboccare la Via Cairoli sulla quale si affacciano i palazzi Deodino ed Englen, dagli splendidi portali, il palazzo e la villetta Greco; giunti di nuovo sotto la Porta Falsa, si percorrono le vie Settembrini e Belcastro dove si ammirano altri antichi palazzi tra i quali il palazzo Macrì, splendido ed intatto esempio di restauro in stile Liberty di fine Ottocento. Si giunge, quindi, alla Chiesa di S. Rocco e al palazzo Amaduri, bell'esempio di palazzo gentilizio settecentesco con annessa la chiesetta dei SS. Pietro e Paolo, recentemente restaurato ed adibito dal Comune a sede di una Mostra didattica sugli scavi archeologici alla villa del Naniglio, e a Pinacoteca contenente numerose e pregiate tele di autori calabresi operanti tra il XVII e XIX sec. Fondata nel XVI secolo e più volte restaurata, la chiesa di S. Rocco sorge tra due strade che portavano verso i centri di Roccella e Castelvetere. L'edificio oggi si presenta in forme tardo barocche ottocentesche ma la sua fondazione è ascrivibile al XVI sec., come attestano fonti epigrafiche e documentarie; numerose sono, inoltre, nell'edificio le testimonianze materiali di età precedenti (campane, acquasantiera, tele, statue di culto, arredi lignei). La chiesa è dedicata a San Rocco Confessore di Montpellier, proclamato patrono di Gioiosa con Bolla Pontificia del 28 Marzo 1775, in sostituzione di Santa Caterina, Protettrice di Motta Gioiosa. Elevata a Parrocchia il 24 Dicembre 1829, con Bolla del Vescovo Mons. G. M. Pellicano, venne consacrata il 24 Maggio 1840 e circa un secolo dopo (1 Maggio 1960) con regolare decreto vescovile, venne riconosciuta Santuario. Dal Palazzo Amaduri si percorre verso valle la via omonima che rappresenta senza dubbio una delle più belle e suggestive passeggiate architettoniche della Calabria; su di essa si affacciano numerosi palazzi sei e settecenteschi e altrettante chiese: i palazzi Mantegna, Passarelli, Macrì, Pellicano Castagna, Cetera, Linares d'Aragona, Logozzo, Ajossa, Hyeraci, il Convento dei minori Osservanti o palazzo comunale; le chiese della Trinità, di S. Nicola, dell'Addolorata, di S. Caterina. Tra tutti i palazzi (alcuni rimaneggiati all'inizio di questo secolo e oltre) si distingue soprattutto il grande edificio dei Marchesi Ajossa, attribuito allo studio del Vanvitelli. Tra le chiese, la più interessante dal punto di vista artistico è quella dedicata alla Madonna Addolorata. La chiesa è uno dei più belli e ricchi edifici sacri di tutta la Diocesi di Locri. E' costruito in stile neoclassico con stucchi tardo barocchi e al suo interno sono custodite alcune pregevoli opere: un organo a 22 registri e 1400 canne, costruito nella seconda metà de11'800 ; un ostensorio in oro e argento creato dall'artista Francesco Ieraci ; la statua lignea della Pietà creata da Giuseppe Cavaleri ; la statua lignea del Sacro Cuore, opera di un artista di Serra S. Bruno ; le statue di Santa Lucia, San Cosimo e Damiano, San Francesco da Paola, opere di Rocco Murizzi.

Alla fine del percorso si giunge nella graziosa Piazza Plebiscito, un vero e proprio gioiello Liberty, dove fanno bella mostra di sè un bel palco in ghisa per concerti, alcuni palazzi dalle tipiche inferriate; chiude la piazza, verso monte, una splendida e scenografica fontana neoclassica fatta costruire dal re Ferdinando I di Borbone nel 1822.

 

II ITINERARIO: Vallata del Fiume Gallizzi da Piazza Plebiscito, risalita con visita dei mulini e di tutte le emergenze antiche sul fiume.

E' un itinerario che porta il visitatore a contatto con la natura incontaminata della vallata del fiume Gallizzi a partire dalla rupe di Gioiosa; si possono qui visitare le opere incessanti dell'uomo per controllare le acque e sfruttarle, con la presenza di mulini ad acqua, acquedotti e fontane, case rurali, grandi muri di contenimento, il tutto in una grande varietà di verde spontaneo e di colture.

 

III ITINERARIO: Via per Martone - Crini - Cardini e Bosco del Principe.

Si tratta di un itinerario montano che ascende, in pochi km, quasi fino a 1200 m. s.l.m., attraverso fitti boschi di castagni, conifere, faggi, un tempo regno della caccia per i Principi Carafa di Roccella. E' un itinerario per gli amanti della montagna.

 

IV ITINERARIO: Via antica per Castelvetere da S. Rocco - Strada de "i Posateji"- Contrade Zomino e Santa Domenica - Piani di campo - Cessarè.

Il quarto itinerario penetra nel territorio, verso le alture delle Serre, partendo dall'antico asse viario per Castelvetere (Caulonia) accanto alla Chiesa di S. Rocco e salendo verso le contrade Zomino e S. Domenica; qui, oltre al panorama quasi aereo dominante la costa, la contrada offre al visitatore i resti di antichi insediamenti medievali, con villaggi rurali, chiese; ma caratteristiche della zona sono, soprattutto, una serie di artistiche fontane e sistemazioni idrauliche articolate, risalenti almeno al XVIII secolo, con interessanti immagini sacre.

 

V ITINERARIO: Via antica per Castelvetere da S. Rocco - Palma -Masticusu - Sciondolarica - Armo - Fiume Romanò - Prisdarello - Cola-Palamonello - S. Andrea.

L'itinerario parte dalla chiesa di S. Rocco da cui si imbocca l'antica strada per Castelvetere, che si percorre attraverso molte contrade abitate, tra uliveti, casolari, mulini. La visita prosegue per il Monte S. Andrea e la contrada omonima, insediamento bizantino.

 

VI ITINERARIO: Via antica per Roccella da S. Rocco - Limina - Pietra di Liso-Gennario - Bernagallo - Fiume Gallizzi - Giardini di Gioiosa.

E' un itinerario che scende verso il mare, attraverso le campagne coltivate da secoli e pullulanti di antichi tratti stradali, di casolari, mulini, insediamenti rurali. Particolari sono la roccia detta Pietra di Liso, conosciuta già in antico, dal fascino misterioso e suggestivo; lussureggianti e ameni, i Giardini di Gioiosa conservano tra gli intensi aranceti e uliveti tracce di una storia millenaria, con i ruderi del complesso monastico bizantino della Theotokos tòn Orton, la torre Elisabetta, il fitto ed intricato sistema viario delimitato dagli antichi muretti e tante altre interessanti costruzioni.

 

 

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